La scomparsa di Carlo Vimercati
E’ mancato a Bergamo dove risiedeva, Carlo Vimercati, “Charly” per i suoi numerosi amici.
Charly, 63 anni, era un personaggio di grande concretezza, quella concretezza tipicamente lombarda, sempre pronto a costruire, ad impostare progetti, a far del bene. Proveniva dal mondo bancario, in particolare dal mondo della Cariplo, la grande Fondazione Cassa di Risparmio delle Province Lombarde presso cui rivestiva importanti e delicati incarichi, nominato in più occasioni nei consigli di amministrazione di vari organismi.
Fu uno dei fondatori ed era il presidente della Fondazione di Comunità Bergamasca, uno dei più riusciti esempi di Fondazione comunitaria, nata dalla intelligenza di personaggi come Giuseppe Guzzetti, per oltre venti anni presidente della Fondazione Cariplo.
Charly ci raccontava con orgoglio di questo meccanismo virtuoso che erano le fondazioni di Comunità: la Fondazione Cariplo era nata e operava in tutte le province lombarde e proprio per dare impulso alle opere di solidarietà aveva favorito la costituzione di una specifica Fondazione Comunitaria in ognuna delle vaste ed importanti Province. Si era iniziato con un patrimonio di partenza costituito dalla Cariplo stessa stabilendo una regola che si sarebbe rilevata di straordinaria efficacia: se la Fondazione di Comunità riusciva ad attrarre ulteriori fondi in donazione da parte di privati, la Cariplo ne donava a sua volta una cifra pari. In questo modo si è valorizzata al massimo la sussidiarietà. Le Fondazioni di Comunità sono diventate in pochi anni dei motori enormi di sostegno a tutto il settore no profit: dalle cooperative sociali, alle parrocchie, dalle associazioni di solidarietà, a quelle per la protezione dell’ambiente, per lo sviluppo della cultura, dell’arte.
Charly viveva dentro questa cultura della solidarietà, ed era diventato un protagonista nelle strutture nazionali che gestivano i fondi che le Fondazioni bancarie devono per legge devolvere al volontariato.
Lo avevamo incontrato a metà degli anni Duemila a Trieste dove era approdato per dirigere un importante ente pubblico cittadino. In poco tempo era diventato un punto di riferimento per tanti di noi che in Friuli Venezia Giulia, si occupavano di volontariato. Ogni anno poi si era creato un punto fisso di incontro al Meeting di Rimini, dove veniva allestito un apposito stand della Comitato di Gestione del fondo per il Volontariato. Allo stand ci si ritrovava da tutta Italia e ci si confrontava sulle novità, sui progetti e sulle prospettive del terzo settore.
Era naturale per tanti di noi guardare a Charly, sentire i suoi commenti con l’accento lombardo, ricevere il consiglio giusto, trovare il sostegno e la soluzione per problemi che a noi sembravano difficili o impossibili.
Da qualche anno non ci si sentiva: terminato l’incarico a Trieste, poi la malattia, ma anche un contesto, il mondo del No Profit, che era cambiato e che non riusciva più a suscitare passioni, a invogliare a costruire cose nuove. Già da qualche anno lo stand del mondo no profit al Meeting di Rimini non viene più realizzato e quindi mancava l’occasione di incontrarci.
Non ce l’hai fatta Charly. Sono andato sui siti. E mi fa male rivedere i video nei quali racconti quello che stavi facendo con la Fondazione di Bergamo: è impressionante vedere quante energie, quante opere, quanti soldi indirizzati a fin di bene. Vedere il gusto che avevi a organizzare le cose in modo che le energie buone fossero tutte indirizzate a costruire cose e testimonianze di bene.
Ci mancherà molto Charly. A noi rimane una grande testimonianza di come si può fare in modo che le cose si possono costruire dal basso, e che il bene non rimane una cosa fuori della nostra portata. Ci vogliono solo degli uomini, uomini come Charly.
Udine, 13 agosto 2019
Roberto Volpetti