IL PELLICANO … HA FATTO CENTRO
E’ stata la quinta edizione: infatti è dal 2015 che il Centro di Aggregazione Giovanile IL PELLICANO, assieme ad altre realtà udinesi, organizza un centro estivo per i ragazzi dalle elementari alle scuole superiori. Quindici giorni non di più, rivolti ai ragazzi del quartiere Aurora. Molti di loro vengono seguiti nel corso dell’anno scolastico, con lezioni di supporto da parte di insegnanti volontari.
Per sapere come è andata questa quinta edizione abbiamo messo assieme alcuni degli organizzatori del centro e abbiamo chiesto un resoconto e un commento.
Roberta ci fa un po’ la storia di questa iniziativa: “La nostra presenza nel quartiere Aurora è iniziata nell’anno scolastico 2013/14: l’anno precedente ho iniziato ad insegnare nella scuola media del quartiere, la Bellavitis, e mi sono accorta delle difficoltà che la maggior parte degli alunni aveva nello studio. Abbiamo chiesto alla Dirigente la disponibilità dei locali della scuola due pomeriggi a settimana per aiutare i ragazzi a studiare. Oltre alla disponibilità della Dirigente, abbiamo trovato tante persone: gente del quartiere e non, insegnanti ma non solo, che volontariamente hanno aderito all’iniziativa cosicché abbiamo potuto organizzarci in modo di seguire ogni ragazzo a tu per tu. I ragazzi ci venivano e vengono tutt’ora segnalati direttamente dalla scuola che ci indica le loro carenze e le materie su cui intervenire. Il lavoro, che si svolge nelle aule della scuola, è stato molto apprezzato: tanti ragazzi che parevano destinati a ripetere gli anni, in realtà hanno dato delle risposte talvolta veramente inattese”.
“Poi – prosegue Roberta – nel 2015 ci è venuto spontaneo pensare di continuare a seguire e fare compagnia ai ragazzi anche dopo la fine della scuola. Non potevamo impegnarci per tante settimane, ma ci pareva utile continuare a stare con loro, proponendogli alcuni momenti per proseguire il percorso fatto durante l’anno. Abbiamo così iniziato l’esperienza del centro di aggregazione, organizzato e curato assieme alla Parrocchia del Buon Pastore che ci ha fornito i locali e ad altre associazioni che ci hanno aiutato in vario modo. I ragazzi stanno con noi nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 17.30 a giocare, fare attività creative, oppure andiamo a visitare qualche luogo bello del nostro Friuli, dallo zoo di Lignano al lago di Cornino.”
Anna ci dice come è andata. “Non è stato facile all’inizio. Bisognava creare occasioni per incuriosire i ragazzi, proporre attività che li attraessero, tenendo conto poi che si è verificato un fenomeno inatteso: i ragazzi infatti sempre più spesso portavano con sè i fratelli più piccoli e di conseguenza ci siamo trovati con fasce di età che andavano dai bambini delle scuole elementari in su e quindi con interessi ed esigenze molto diverse.”
“Devo dire – prosegue Anna – che i ragazzi non erano abituati a questo tipo di convivenza e le difficoltà non sono mancate. Dopo qualche anno però ci siamo accorti che eravamo stati in grado di stimolare il positivo dei ragazzi. Li avevamo incontrati nel doposcuola delle medie e quindi pensavamo che una volta finita la terza media non sarebbero più tornati al Centro Estivo. Invece con nostra grande sorpresa ce li siamo visti arrivare, qualcuno da solo, qualcuno accompagnato dal fratello o sorella più piccoli. Abbiamo capito che avevamo vinto una piccola battaglia con loro: erano rimasti colpiti dal fatto che dei grandi si fossero interessati a loro gratuitamente e senza alcuna pretesa.”
A Paolo e Mariapia chiediamo come si sono svolte le attività di quest’anno.
“Quest’anno – ci dice Paolo – hanno partecipato una trentina di ragazzi e ragazze. Si iniziava il pomeriggio con una breve riflessione tenuta da don Beppe, il quale partiva da alcuni fatti concreti accaduti per fare un breve commento. Seguivano poi i laboratori e i momenti di gioco, inframezzati da un momento di merenda. Fra i laboratori uno di quelli che ha attratto maggiormente i ragazzi è stato quello fatto da un insegnante di robotica del Bearzi che è venuto con un suo collaboratore e li ha fatti incontrare con una realtà affascinante.”
“Un altro laboratorio – ci dice Mariapia – è stato dedicato a ricreare dal vivo i quadri di autori famosi: è stata una straordinaria esperienza di espressività dei ragazzi che hanno saputo tirar fuori il meglio della loro personalità. E’ veramente incredibile quello che possono fare: basta veramente poco per consentire alla loro creatività di esprimersi.”
“Alla fine, vi pare che sia stata una esperienza positiva?” chiediamo ai nostri amici. Ci risponde Anna: “Parto da una constatazione che forse può sembrare banale, ma che penso sia giusto sottolineare. Mentre negli anni scorsi alla fine della giornata o dei momenti di festa, dovevamo provvedere noi grandi a sistemare le sedie e pulire ogni cosa, quest’anno, senza che nessuno glielo avesse chiesto, i ragazzi più grandi si sono responsabilizzati e hanno provveduto loro stessi a rimettere a posto e a pulire ogni cosa.”
“Ci siamo accorti – ci confermano Paolo, Anna e Mariapia – che i ragazzi hanno fatto un salto importante, per nulla scontato. Hanno capito di essere un po’ a casa loro, fra gente a volte magari anche un po’ esigente, ma sempre con l’intenzione di aiutarli a tirar fuori il meglio che hanno dentro.”
“Abbiamo avuto la netta sensazione – conclude Anna – che dopo alcuni anni di serio impegno con loro, questi ragazzi che provengono dalle più varie storie familiari, ci abbiano aperto le porte della loro vita, e questo ci dà la spinta per continuare in questo impegno che abbiamo avviato nel quartiere Aurora.”
Insomma quest’anno sembra proprio che il Pellicano abbia fatto centro, Centro in una periferia non facile della nostra Città. Fare centro significa aiutare a far emergere quelle domande che sono nel cuore di ogni ragazzo e di ogni ragazza, e che spesso la realtà non aiuta a far uscire nel modo giusto.
1° luglio 2019